
La vispa Teresa
Il Punto di Paola - Lugano, 13 luglio 2025, 11:57
A metà della prima media, mio figlio tornò a casa sconsolato un venerdì pomeriggio, annunciando che per la settimana successiva avrebbe dovuto imparare a memoria “La vispa Teresa”di Luigi Sailer.

Conoscendo la sua estrema difficoltà nella memorizzazione verbale, tipica delle persone con dislessia, ci siamo subito mobilitati. Registrazioni audio, cartelli e disegni sparsi per tutta la casa. Dopo qualche ora, tutta la famiglia ripeteva meccanicamente almeno la prima strofa “La vispa Teresa / avea tra l’erbetta / a volo sorpresa / gentil farfalletta”. Ma lui no. Ci volle l’intero week end perché riuscisse a ricordare a stento queste prime parole. E la filastrocca, purtroppo, è composta da ben cinque strofe!
La domanda è la seguente: aveva davvero senso insistere? Tutta quella fatica per imparare a memoria un’insulsa filastrocca? Si potrebbe obiettare che la memoria vada esercitata. Ma siamo così certi che quell’esercizio sia stato utile in questo caso specifico?
La via maestra per la memorizzazione da parte di studenti dislessici è la comprensione. Se comprendono qualcosa davvero, difficilmente la dimenticano. Ma cosa c’è da capire ne “La vispa Teresa?”. È evidente che a volte è necessario un apprendimento meccanico a memoria, ma questo tipo di sforzo dovrebbe essere limitato allo stretto necessario. Ad esempio, ricordo dalle scuole medie che il Medioevo comincia nel 476 d.C. e finisce con la “scoperta” dell’America: 1492 d.C. Ma quante altre date ho dovuto imparare a memoria e ora non me le ricordo più? A cosa mi sono servite? Inquadrare i fatti in un periodo storico è certamente utile, ma la singola data? Immaginate quanta fatica deve affrontare uno studente con DSA per memorizzare queste nozioni che forse ricorderà solamente il giorno della verifica!
La vera sfida non è far apprendere a memoria, ma far comprendere in profondità. Insegnare a collegare concetti, a elaborare informazioni e a contestualizzare i fatti è infinitamente più prezioso della semplice ripetizione. Per i ragazzi con DSA, e in realtà per tutti gli studenti, l'apprendimento significativo è quello che resta, quello che costruisce competenze durature e che alimenta la curiosità intellettuale.
E per concludere, se proprio si vuole richiedere la memorizzazione di versi della letteratura italiana, non sarebbe meglio optare per l’incipit della Divina Commedia, che almeno fa parte del nostro patrimonio culturale?