
Ansia scolastica o disturbo dell'apprtendimento?
Il Punto di Paola - Lugano, 20 luglio 2025, 09:22
Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di ansia scolastica, soprattutto tra gli adolescenti. Ma cosa c’è davvero all’origine di questo crescente disagio? Spiegare tutto con il “fattore Covid” appare riduttivo: se è vero che la pandemia ha avuto un forte impatto sul benessere psicologico dei ragazzi, è altrettanto vero che l’ansia legata alla scuola non è certo un fenomeno nuovo.

Un po’ di ansia, infatti, è sempre esistita ed è persino utile: ci prepara, ci mantiene vigili, ci spinge a dare il massimo. Il problema nasce quando l’ansia diventa pervasiva e incontrollabile: ciò che dovrebbe essere uno stimolo si trasforma in un ostacolo.
La vera domanda da porci oggi è: i ragazzi hanno più ansia o meno strumenti per affrontarla?
A farmi riflettere su questo tema è stato l’incontro della scorsa settimana con due bambini — uno di prima e uno di seconda elementare — entrambi con difficoltà di lettura e calcolo, entrambi con manifesta precoce avversione per la scuola, entrambi già classificati come “ansiosi” dalle rispettive scuole.
Io sono convinta che tutti i bambini inizino il loro percorso con curiosità e aspettative positive. Se questo slancio iniziale si trasforma troppo presto in paura e rifiuto, è nostro compito capire perché.
L’ansia è la causa o la conseguenza delle difficoltà di apprendimento?
Sappiamo bene che lo stato emotivo influisce profondamente sui processi cognitivi: ansia intensa e duratura può compromettere l’apprendimento. Ma è anche vero il contrario: bambini con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) o ADHD sviluppano spesso senso di inadeguatezza, fatica e frustrazione che sfociano in ansia.
Distinguere tra le due situazioni non è semplice, perché i sintomi si somigliano: disattenzione, lentezza, evitamento, difficoltà nelle performance. I bambini con ADHD, ad esempio, hanno fino a tre volte più probabilità di avere ansia rispetto ai coetanei.
Un bambino con dislessia può diventare ansioso per la difficoltà nel leggere, un bambino con discalculia può provare ansia per la fatica con i numeri e il timore del giudizio. Ma anche un bambino semplicemente ansioso può apparire disattento o in difficoltà, pur non avendo alcun disturbo specifico.
Solo una valutazione specialistica approfondita può aiutare a fare chiarezza: attribuire frettolosamente a un bambino un’etichetta sbagliata significa rischiare di aggravare il disagio, ritardare l’attivazione degli aiuti adeguati e compromettere la sua fiducia in sé.