Un difficile equilibrio

Il Punto di Paola - Lugano, 06 luglio 2025, 09:32

Viviamo in un'epoca in cui le sfumature faticano ad emergere: tutto sembra essere o bianco o nero, e le mille tonalità di grigio sembrano svanite. Questo si riflette anche nel dibattito sulla responsabilità dei successi e insuccessi scolastici dei giovani neurodivergenti.

Quante volte ho sentito genitori attribuire esclusivamente ai figli la responsabilità dei loro insuccessi scolastici! E altrettanto spesso mi è capitato di sentire genitori che incolpano di tutto la scuola e gli insegnanti. Purtroppo, entrambi questi estremi nascondono una verità che, come sempre, è molto più articolata e complessa.


I giovani che frequentano il Punto presentano caratteristiche neurodivergenti che, per definizione, rendono il percorso scolastico più faticoso. Non è “colpa” del ragazzo dislessico se quando legge si stanca molto rapidamente, né di quello discalculico se arranca in matematica. Uno studente con ADHD viene continuamente ripreso in classe per distrazione o chiacchiere: è davvero colpa sua? Attribuire a “cattiva volontà” le caratteristiche innate di questi giovani è stato, in passato, il peggiore errore degli adulti, che ha portato frustrazione, sofferenza e perdita di autostima.

Dunque, i genitori fanno bene ad assolvere i loro figli e ad accusare esclusivamente insegnanti e scuole? È davvero tutto bianco o tutto nero? Quando un giovane percepisce che sono solo gli altri a doversi fare carico della sua neurodivergenza, che i suoi scarsi risultati dipendono unicamente da fattori esterni, rischia di convincersi che tutto può essere giustificato sulla base della sua dislessia, discalculia, deficit d’attenzione. Tutto gli sembrerà dipendere dagli altri, anche la sua scarsa motivazione e il suo limitato impegno. Attribuire le sue difficoltà esclusivamente a fattori esterni gli impedirà di lavorare su se stesso e di sviluppare i propri punti di forza. Finirà per non vedere più il senso dell’impegno personale e non riuscirà mai a “spiccare il volo”.
Ecco perché ai genitori è richiesto un delicato ruolo di equilibrista: difendere il diritto all’apprendimento dei loro figli e opporsi alle ingiustizie scolastiche - che purtroppo sono ancora presenti e causano sofferenza - ma contemporaneamente far comprendere ai loro ragazzi che sono loro a fare la differenza, con la loro intelligenza e il loro impegno. Solo così potranno fiorire pienamente.