Cosa significa neurodiversità?

Il Punto di Paola - Lugano, 30 giugno 2024, 10:06

Immaginate un mondo in cui tutti i cervelli fossero cablati allo stesso modo, dove i pensieri fluissero seguendo schemi identici e le esperienze fossero universalmente uniformi. Potrebbe sembrare uno scenario di massima efficienza, ma privo di tutto ciò che rende speciale la nostra esistenza: la creatività, l’innovazione e la diversità di pensiero. La realtà, per fortuna, è ben diversa: i nostri cervelli sono unici come le nostre impronte digitali, ognuno con i suoi punti di forza e le sue sfide peculiari. Questa straordinaria variazione è ciò che chiamiamo neurodiversità.

Il termine neurodiversità è stato coniato alla fine degli anni '90 da Judy Singer, una scienziata autistica, per sfidare la visione tradizionale che tendeva a classificare alcune differenze neurologiche come disturbi o deficit. Ma fu il giornalista e scrittore americano Harvey Blume a citare questo termine per la prima volta in un articolo:

“La neurodiversità può essere altrettanto cruciale per la razza umana quanto la biodiversità lo è per la vita in generale. Chi può dire quale forma di cablaggio si dimostrerà migliore in un determinato momento?”

Seguendo la similitudine con la biodiversità, risulta chiaro che con neurodiversità si intende la variabilità tra i cervelli di tutti gli esseri umani, cioè l’insieme delle differenti caratteristiche che costruiscono il funzionamento neurobiologico di ogni persona. Questo nuovo approccio riconosce che il cervello umano funziona in vari modi e che non esiste uno standard di riferimento, verso il quale devono essere confrontate le menti dei singoli individui.

Cosa significa neurodiversità?

Di conseguenza è definito neurotipico l’Individuo il cui cervello funziona secondo i modelli più comuni di sviluppo neurologico e neurodivergente o neuroatipico l’Individuo che presenta caratteristiche neurobiologiche che si discostano dalla norma, includendo condizioni come l'autismo, l'ADHD, la dislessia e molte altre. È importante sottolineare che 'la normalità psichica' non è altro che un'astrazione statistica, basata sull'appartenenza algruppo maggioritario.

Abbracciare la neurodiversità non è solo un atto di inclusione e rispetto, ma un'opportunitàper progredire come società. Le persone neurodivergenti, spesso dotate di abilità e talentiunici, possono offrire contributi inestimabili in svariati campi, dall'arte alla scienza, dalla tecnologia all'imprenditorialità. Per sfruttare appieno questo potenziale, è però necessario creare un ambiente che valorizzi e supporti le diverse esigenze e modalità di apprendimento e interazione dei neurodivergenti.