“Il miglior mezzo compensativo è un buon insegnante” – Giacomo Cutrera
Il Punto di Paola - Lugano, 23 giugno 2024, 10:24
La scorsa settimana, durante due diversi incontri in preparazione di altrettante formazioni, ho avuto modo di riflettere sul ruolo dei docenti per gli studenti caratterizzati da neurodiversità. Gli insegnanti rivestono un ruolo fondamentale nella vita di tutti gli studenti, ma per quelli con neurodivergenze la loro influenza può essere davvero determinante.
Io non so quanto gli insegnanti si rendano conto della loro importanza nelle vite di questi ragazzi e, in un certo senso, è meglio che non ne siano pienamente consapevoli perché la vastità di questa responsabilità potrebbe sopraffarli.
Penso che non tutti realizzino quale profondo impatto sulla vita di uno studente possa avere una scelta didattica, una parola o anche uno sguardo. Lo racconta magnificamente lo scrittore Daniel Pennac nel suo libro “Diario di scuola”, lettura che mi sento di consigliare a quei pochi insegnanti che ancora non l’hanno letto. “Ho sempre pensato” – scrive Pennac – “che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola se non tre o quattro insegnanti?”. L’esperienza scolastica di Pennac non è stata lineare né piacevole: bocciato diverse volte e penalizzato per le difficoltà di lettura e di scrittura, ha dovuto cambiare frequentemente istituto scolastico. Eppure, di tutto questo tortuoso percorso, lo scrittore cosa ricorda? Tre o quattro insegnanti che “l’hanno salvato dalla scuola”! Spesso mi sono domandata quale soddisfazione si possa trarre insegnando a ragazzi “bravi”, che imparano da soli… Pensate invece alla soddisfazione che avranno provato quei pochi insegnanti che hanno visto nel giovane Daniel, al di là degli errori di ortografia, le potenzialità di una mente brillante! E che dire di tutti gli altri docenti che non sono stati in grado di fare la stessa cosa, che hanno visto solo un ragazzo in difficoltà, un “caso difficile” e, guardandolo dall’alto della loro misera arroganza, l’hanno inutilmente svilito, demotivato ed etichettato in modo negativo. Questo atteggiamento può avere un impatto devastante sull'autostima e sulla motivazione degli studenti, ostacolando il loro apprendimento e la loro crescita personale.
Gli insegnanti possono davvero fare la differenza nella vita di chi ha una neurodiversità: ricordando che ogni ragazzo è unico e creando un contesto di apprendimento positivo e inclusivo, hanno il potere di sbloccare il potenziale di questi studenti e di aiutarli a raggiungere i loro obiettivi.