La matematica con il cronometro

Il Punto di Paola - Lugano, 31 marzo 2024, 09:20

Un’altra cosa che non capisco è tutta questa fretta: i professori di matematica sono ossessionati dal tempo! Sembrano tanti giudici di gara muniti di cronometro e concentrati solamente sul time-out! .....
Non sarebbe meglio cercare di fare le cose bene con un po’ più di tranquillità? E invece cominciano già alle elementari con le gare di calcolo a tempo e continuano con verifiche lunghissime in un’ora .... Che affanno, ragazzi! E poi non ci deve venire l’ansia per la matematica!

Filippo, il protagonista del mio libro “Discalculia, manuale di convivenza”, a un certo punto non ne può proprio più:

Un’altra cosa che non capisco è tutta questa fretta: i professori di matematica sono ossessionati dal tempo! Sembrano tanti giudici di gara muniti di cronometro e concentrati solamente sul time-out! .....

Non sarebbe meglio cercare di fare le cose bene con un po’ più di tranquillità? E invece cominciano già alle elementari con le gare di calcolo a tempo e continuano con verifiche lunghissime in un’ora .... Che affanno, ragazzi! E poi non ci deve venire l’ansia per la matematica!

Filippo è solo un adolescente discalculico in crisi, ma il prof. Paolo Zellini è un matematico importante, accademico e scrittore ... e dà ragione a Filippo!

Ci sono anche dei cervelli di discepoli che hanno una disposizione o una vocazione, un modo di imparare, un modo di capire diverso da quello imposto dalla scuola e quindi fanno fatica e magari sembrano delle persone meno capaci di altre, magari sono più lente, ma la velocità non significa niente. Qualche volta è la lentezza invece che va in profondità: per andare in profondità bisogna essere lenti non veloci.

E a lui si unisce un illustre collega, il prof. Franco Magri, matematico e fisico di fama internazionale che, parlando con la calma tipica dei grandi pensatori, ci spiega che

Il pensiero matematico ha bisogno di tempo e lentezza. Più le idee sono profonde più sono belle e semplici.

Dunque, perché mai la scuola continua a pretendere che i ragazzi eseguano calcoli ed esercizi in tempi record? Il motivo è la convinzione radicata che lo studio coscienzioso rafforzi gli automatismi e che, quando gli automatismi scattano, tutto avvenga in modo veloce e, appunto, automatico. Ma questa è solamente la parte esecutiva della matematica, quella che calcolatrici e computer eseguono in modo perfetto e veloce, molto più di quanto potremo mai fare noi.

Vogliamo veramente formare un esercito di esecutori efficienti in competizione con le macchine, sempre più sofisticate, di cui disponiamo?

In un mondo in cui l’intelligenza artificiale sta sostituendo i lavori che sono essenzialmente attività ripetibili, questo vecchio modello non funziona più. Abbiamo bisogno di pensatori divergenti e di profondità, non di velocità.