La mente, la carta e lo schermo

Il Punto di Paola - Lugano, 07 aprile 2024, 09:20

Domenica scorsa mi hanno letteralmente trascinata alla Triennale di Milano, per un evento all’interno della manifestazione Book city:“Annotare”.
Il designer-scrittore Riccardo Falcinelli parlava del gesto antico ma contemporaneo dell’annotare, mentre l’illustratore Andrea Serio realizzava in tempo reale, su carta, uno dei suoi meravigliosi disegni. Un’atmosfera “magica”, che non mi ha impedito di tornare repentinamente sul mio terreno, quando Falcinelli ha nominato la memoria dichiarativa e quella procedurale ....!

Ho la fortuna di avere una sorella grafico-illustratrice e una architetto-fotografa che riescono ogni tanto a distrarmi dal mio chiodo fisso: i DSA e l’ADHD.

Domenica scorsa mi hanno letteralmente trascinata alla Triennale di Milano, per un evento all’interno della manifestazione Book city: “Annotare”. Il designer-scrittore Riccardo Falcinelli parlava del gesto antico ma contemporaneo dell’annotare, mentre l’illustratore Andrea Serio realizzava in tempo reale, su carta, uno dei suoi meravigliosi disegni. Un’atmosfera “magica”, che non mi ha impedito di tornare repentinamente sul mio terreno, quando Falcinelli ha nominato la memoria dichiarativa e quella procedurale ....!

L’oratore stava mettendo in evidenza come l’uso della carta, della scrittura e del disegno, stimolino l’elaborazione spaziale, “favorendo lo scambio tra memoria dichiarativa e procedurale”, agevolando, in buona sostanza, la memorizzazione a lungo termine.

La “pagina digitale”, costituita dallo schermo di un PC o di un tablet, sarebbe in questo senso meno efficace. Naturalmente non è solo Falcinelli a sostenerlo, ma il suo pensiero è supportato da numerose ricerche e studi nel campo delle neuroscienze.

Noi sappiamo quanto le tecnologie digitali possano sostenere le persone caratterizzate da DSA: la sintesi vocale li aiuta a decodificare il testo, la videoscrittura dà loro la possibilità di produrre frasi leggibili e prive di errori ortografici e una serie di ottime applicazioni li aiuta a studiare. Tutti strumenti che compensano in modo efficace i loro punti di debolezza.

La domanda è: come si conciliano questi due discorsi, entrambi molto sensati ma apparentemente lontanissimi? Dobbiamo spingere i nostri ragazzi verso il mondo digitale e allontanarli dalla carta oppure evitare computer e tablet, che li renderebbero più frettolosi e superficiali?

Proprio una frase di Falcinelli ci offre una chiave di lettura che condivido pienamente: “dobbiamo sempre chiederci cosa vogliamo dai media che utilizziamo”. Ci sono ragazzi che leggono e scrivono con mezzi digitali ma elaborano poi schemi e mappe mentali a mano, oppure scrivono su carta, spesso utilizzando un codice cromatico, i termini che devono memorizzare. Altri trasformano i concetti importanti di un testo in disegni.

Il nostro compito è quello di osservarli, capire come funzionano e renderli consapevoli del fatto che ogni medium innesca processi cognitivi differenti. Abbiamo la fortuna di disporre di tanti strumenti, tecnologici e non tecnologici: dobbiamo imparare a capire quali siano i più funzionali al raggiungimento di ciascun obiettivo.

Alla fine dell’esperienza di domenica, comunque, ciò che mi è rimasto impresso maggiormente è la figurina nera, immersa nella natura azzurra, di Andrea Serio.