Neurodiversità e mondo del lavoro

Il Punto di Paola - Lugano, 14 gennaio 2024, 11:05

Settimana prossima parlerò di neurodiversità e lavoro ad alcuni formatori di apprendisti e per questa preziosa occasione devo ringraziare la città di Lugano e l’associazione ADAT. Per prepararmi a questo importante incontro, ho ripensato a tutti gli apprendisti con DSA e/o ADHD che ho conosciuto in questi anni e ho riflettutto molto sui fattori che hanno determinato il successo o l’insucesso dei loro percorsi.

Il primo fondamentale ingrediente è l’interesse per la professione: un buon orientamento dovrebbe tener conto delle passioni dei ragazzi e dei loro punti di forza. Purtoppo, troppo spesso vengono spinti a rinunciare alla loro prima scelta a causa delle neurodiversità e dirottati verso professioni ritenute più “semplici”, che purtroppo sono anche quelle più ripetitive e meccaniche: niente di più sbagliato! Una montagna si può scalare, se si è molto motivati, ma anche una collinetta diventa insuperabile senza motivazione.

Il secondo elemento è l’ambiente di lavoro: se la cultura aziendale è pronta a sostenere e valorizzare le potenzialità dei dipendenti, i nostri ragazzi potranno dimostrare le loro reali capacità e farsi riconoscere come risorse preziose, soprattutto nell’attuale transizione verso un’economia creativa, in cui la visione globale e l’elaborazione visiva stanno diventando preponderanti. Al contrario, un ambiente in cui prevalga la cultura della disabilità, impedirà loro di affermarsi e talvolta addirittura di dichiarare apertamente le loro caratteristiche.

Infine, devono essere messi nelle condizioni di compensare i punti di debolezza, proprio come a scuola. Si tratta di implementare prassi, metodi e strumenti che rendano il lavoro più DSA/ADHD frendly. In questo ambito, lnella mia esperienza la collaborazione tra il tutor specializzato e il formatore professionale ha permesso di mettere a punto soluzioni risolutive.


Vorrei aggiungere una considerazione che viene dalla mia trascorsa esperienza di ingegnere e dirigente aziendale. Un buon ambiente di lavoro per un dislessico è un ambiente di lavoro ben organizzato e strutturato: adattare l’azienda alle esigenze dei lavoratori con neurospecificità equivale quindi ad aumentarne l’efficienza.