Oltre la paura di sbagliare

Il Punto di Paola - Lugano, 05 maggio 2024, 09:22

Durante l'ultimo anno, ho spesso pensato a quanto, nel tutoring, una buona relazione con i ragazzi sia un elemento importante che permette di lavorare con più facilità e con maggiore efficacia. Sono ancora più convinta di ciò, dopo che ho iniziato a lavorare con una ragazza di 13 anni, che chiamerò Sara, con grandi difficoltà in matematica.

Dopo aver affrontato numerose fatiche e accumulato insuccessi, Sara si è convinta di non essere fatta per la matematica; “Tanto non la capisco!”: così mi dice durante una delle prime lezioni.

Nel corso dei primi incontri, ci mettiamo al lavoro ma Sara è molto scoraggiata tanto che, in alcuni momenti, si blocca e va molto in confusione, trovando conferma, secondo lei, dell'impossibilità di farcela. Sara, però, non molla: continua a venire a lezione e a seguire i miei suggerimenti. Mi rendo conto che il primo passo per poter lavorare insieme è fare in modo che Sara riacquisti un po’ di fiducia nelle proprie capacità e che, con il mio aiuto, possa percepirsi capace e in grado di comprendere. Così, mi sorprende molto quando, dopo alcuni incontri faticosi, mi dice “Ah, ma questo l'ho capito! Non pensavo che ci sarei mai riuscita”. È stato un momento di svolta nel suo percorso perché Sara ha sperimentato la possibilità di riuscita e questo ha innescato in lei una grande motivazione per far sì che ciò potesse accadere ancora.

Ma c'è in gioco anche un'altra questione molto importante : la paura di sbagliare.

A volte vedo che i ragazzi sono terrorizzati dal commettere errori e dal risultare incapaci agli occhi degli altri; questo accade anche perché la scuola spesso si focalizza enormemente sulle prestazioni e sul rendimento, dimenticando che gli errori possono essere di estrema utilità per apprendere.

Con Sara, ad esempio, permetterle di provare, osservando e ragionando insieme sugli errori che commetteva più frequentemente ci ha permesso di risalire a quello che, nel processo di apprendimento, era andato storto e di poter intervenire. Per Sara è stato importante ricevere dei feeback, chiari e non giudicanti, per riuscire a capire e accettare i suoi limiti e le sue potenzialità. Inoltre, sdrammatizzare sugli errori le ha permesso di utilizzare tutte le sue risorse cognitive per capire, senza doversi preoccupare dell'esito e di modificare il suo approccio nei confronti della matematica.

Credo che, in casi come quello di Sara, la possibilità di sperimentarsi in un contesto non giudicante e di essere riconosciuta da una persona di fiducia nel proprio valore sia fondamentale per ritrovare la motivazione persa e per rendere disponibili tutte le risorse da mettere in campo.