Riflessioni sulla scuola

Il Punto di Paola - Lugano, 28 gennaio 2024, 11:25

All’inizio degli anni 2000, in Ticino, si cominciava a parlare in modo vago e confuso di dislessia. C’era un’associazione di “pionieri” della quale ho fatto parte, insieme a Fabio Leoni, Feliciana Tocchetto e pochi altri. Non erano ancora state emesse le direttive cantonali del 2014 e i docenti si potevano permettere di negare addirittura l’esistenza dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Sono stata anch’io una mamma arrabbiata con la scuola.

All’inizio degli anni 2000, in Ticino, si cominciava a parlare in modo vago e confuso di dislessia. C’era un’associazione di “pionieri” della quale ho fatto parte, insieme a Fabio Leoni, Feliciana Tocchetto e pochi altri. Non erano ancora state emesse le direttive cantonali del 2014 e i docenti si potevano permettere di negare addirittura l’esistenza dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Erano tempi in cui ogni errore ortografico valeva un punto in meno (in tutte le materie), non esistevano il tempo in più, i mezzi compensativi, l’uso di mappe, schemi e formulari: niente di niente. Di quel periodo ricordo le prime conferenze sul tema, protagoniste le logopediste dell’Alosi e la Signora Verena Cavadini, responsabile cantonale della logopedia.

Poi qualcosa ha cominciato a muoversi, tanto che la mia terza figlia ha fatto in tempo ad avere un PEP alle scuole medie! Certo, non è stato applicato sempre e da tutti, ma la differenza con il mio primo figlio è stata enorme. Ed eravamo ancora agli inizi dell’applicazione della direttiva 56.

Comprendo molto bene il senso di delusione, rabbia e impotenza dei genitori quando le figure che dovrebbero sostenere i loro figli agiscono, al contrario, in modo tale da svilirli.

È evidente che in Ticino non esista la “scuola ideale” ma tante realtà, anche molto distanti l’una dall’altra, a seconda del livello di scolarizzazione, dell’istituto e della sede. Ma non si possono negare i passi che sono stati compiuti in questi anni, anche grazie ai tanti genitori che hanno saputo mediare tra rabbia personale e obiettivi comuni e agli insegnanti “illuminati” che non si sono tirati indietro, agli psicologi, ai medici, ai logopedisti, all’associazione ADAT. E infine, anche grazie alla figura del tutor dell’apprendimento specializzato, che più recentemente si è inserita nel contesto cantonale, collaborando profiquamente con tutti i professionisti già presenti.

Ultimamente io e le altre tutor che operano in Ticino, siamo state richieste per diverse formazioni, anche all’interno di Istituti scolastici. Il 17 agosto, per fare un esempio, terrò una formazione al corpo insegnanti della Scuola Specializzata per le Professioni Sanitarie e Sociali (SSPS) sulle neurodiversità.

Sono segnali molto importanti di apertura del sistema scolastico, impensabili anche solo dieci anni fa.

Non solo sono mamma di ragazzi con DSA ma, data la prevalenza dei geni dislessici in famiglia, mi preparo ad essere, in un futuro non troppo lontano, nonna di bambini dislessici. Bene, insieme alla consapevolezza che il lavoro da fare è ancora tanto, nutro una grande fiducia che la nostra scuola sarà pronta ad accoglierli.